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Katarzyna Kulina, professione libraia: “Faccio leggere i polacchi in Italia”

Katarzyna Kulina, professione libraia: “Faccio leggere i polacchi in Italia”.

Faceva la commessa, poi un giorno ha colto l’occasione per mettersi in proprio. “Non è stata un follia, ma non è facile ‘guadagnarsi la pagnotta’. Noi immigrati siamo intraprendenti per forza…”

Katarzyna Kulina, 42 anni, originaria di Kraśnik, ha passato metà della sua vita in Italia e ormai è un’imprenditrice affermata. Da 5 anni gestisce infatti con successo a Roma l’unica libreria polacca in Italia. “I primi passi non sono stati facili. Non solo non avevo mai lavorato in proprio, ma a malapena sapeva usare un computer” ha raccontato a Nasz Świat – il giornale dei Polacchi in Italia. 

Come mai hai deciso da un giorno all’altro di stravolgere la tua vita?

“La libreria apparteneva al mio datore di lavoro, proprietario anche di un negozio alimentari dove lavoravo come commessa. Quando ha deciso di chuderla io e mio marito Andrzej abbiamo pensato: ‘Sarebbe un vero peccato, i Polacchi in Italia hanno bisogno di un posto dove poter comprare libri e riviste’. Abbiamo pensato anche che prendere in gestione questa libreria non sarebbe stato proprio un atto di follia dal punto di vista imprenditoriale. Il negozio esisteva già da tempo, aveva i suoi clienti fissi, la location era più che buona, a occhi passi dalla stazione Tiburtina, era stato appena ristrutturato e perdipiù aveva il vantaggio di essere l’unica libreria polacca in Italia”.

E poi come è andata? È stato facile aprire una ditta individuale?

“Aprire un’attività in Italia in teoria non è una cosa molta complicata dal punto di vista legale. Poi ci sono i commercialisti, a cui possiamo affidare il compito di gestire la nostra contabilità e registrare una partita IVA. In practica però succede che se l’impiegato di qualche ufficio sbaglia una piccola cosa l’iter burocratico diventa lunghissimo. Nel caso mio ci sono voluti ben sei mesi, e forse ci sarebbe voluto ancora più tempo, se non fossi intervenuta di persona alla Camera di Commercio”.

Avevi qualcuno che ti poteva insegnare a gestire il negozio, a usare i programmi del computer?

“Ho imparato da sola, ma in molte cose mi ha aiutato e mi aiuta tutt’ora mio marito”.

Avete una figlia adolescente, tuo marito ha un suo lavoro a tempo pieno. Come avete fatto a far coinciliare tutti i vostri impegni?

“Penso, che molti Polacchi che lasciano il proprio Paese ancora giovanissimi in breve tempo diventano maturi, sicuri di sè e corraggiosi. Io avevo 21 anni quando sono arrivata in Italia e 37 quando ho deciso di fare l’imprenditrice. Come tutte le mamme avevo e ho tutt’ora tantissimi impegni e responsabilità. La maggior parte degli immigrati impara velocemente a tirare fuori una forza interiore, ad essere intraprendenti, capaci di saper risolvere da soli i problemi, che tra altro sono molti di più rispetto ad altri cittadini”

La libreria è ormai tua da 5 anni. Cosa significa fare il libraio quando si legge sempre di meno e perdipiù con un numero dei potenziali clienti ristretto ai polacchi di Roma?

“Mi stai chiedendo se è facile guadagnarsi una pagnotta facendo mio lavoro? Ovvio, che non è facile. Se vendessi soltanto i libri, sarei stata costretta a chiudere da un pezzo. Vendiamo anche articoli da regalo polacchi, sia commerciali che artigianali. Inoltre i polacchi non vivono soltanto a Roma, ma in tante altre città italiane, e da me possono comprare i libri con la consegna a domicilio”.

Ci sono anche gli italiani tra i tuoi clienti?

“Si, gli italiani vengono da me ad acquistare i libri sulla Polonia, dizionari e manuali per imparare il polacco. Comprano volentieri anche oggettistica, tipica del nostro Paese e sopratutto di produzione artigianale”.

L’intervista di Danuta Wojtaszczyk

Data della prima pubblicazione: 3 marzo 2016 su www.stranieriinitalia.it

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