Autore: Luca Palmarini – Università Jagellonica di Cracovia
Non tutti sanno che dopo il famosissimo Barone Rosso, il più abile degli aviatori degli imperi centrali durante la prima guerra mondiale fu un polacco, Godwin Brumowski. Brumowski nasce a Wadowice (il paese di papa Wojtyła) il 26 luglio 1889, da una famiglia slesiana germanizzata. Nel luglio del 1915 inizia la sua esperienza nei cieli. Il suo primo lavoro è quello di osservatore dalla mongolfiera. Viene così arruolato nella Flik 1 (Fliegerkompagnie), dove riesce a bombardare le truppe russe durante la presenza dello zar Nicola II. Successivamente viene mandato sul fornte italiano presso l’Isonzo, dove farà parte della squadra Flik 12. Nel 1917, durante le esercitazioni con il gruppo Jasta 24 ha occasione di conoscere, l’asso degli assi, Manfrede Von Richthofen, il Barone Rosso. In seguito a questo incontro Brumowski si prodiga nel riformare l’aviazione austriaca su modello di quella tedesca. Con i suoi 35 velivoli abbattuti, lo stesso numero del nostro eroe italiano Francesco Baracca, Brumowski risulta il primo degli aviatori austro-ungarici.
Il suo maestro era sempre Richthofen, al quale si ispirava. Nell’estate del 1917 riceve in dotazione il nuovo aereo, l’Albatros D III e proprio in omaggio al suo eroe, così come tra l’altro aveva fatto anche sui precedenti velivoli, lo dipinge tutto di rosso, aggiungendo il suo simbolo, un teschio bianco su sfondo nero, chiamato semplicemente testa di morto. In questo periodo riceve il comando della divisione che si trova sul fronte italiano dell’Isonzo, abbattendo molti aerei dell’esercito italiano. Brumowski sopravvive miracolosamente alla guerra: in alcuni episodi il suo aereo viene crivellato di colpi, ma egli ne esce sempre indenne, tanto da dare inizio ad una leggenda sulla sua immortalità e a un classico patto con il diavolo. a sua fama si diffonde in tutta l’Austria, dove viene considerato un eroe nazionale e viene insignito di numerosi riconoscimenti al valore militare. Non si hanno notizie concrete di un duello aereo tra Brumowski e l’asso dei cieli italiano, Francesco Baracca. Si sa invece che tra i soldati italiani serpeggiava una sorta di terrore alla sua eventuale comparsa, terrore trasformato poi in propaganda denigratoria per non avvilire ulteriormente il morale delle truppe. Di sicuro Brumowski era diventato un’ossessione anche per Baracca che desiderava molto duellare con lui, arrivando a non dormire la notte.
Dopo il conflitto si trasferisce in Transilvania, regione da cui proveniva la moglie per amministrare un podere insieme a lei e alla famiglia. Nell’amministrazione non fu così bravo come nel volo. Infatti da lì a poco si trasferisce a Vienna per iniziare nuovamente a volare. Qui apre una scuola di volo. Nel 1936 muore proprio in un incidente aereo nei pressi di Amsterdam. Viene sepolto nel cimitero centrale di Vienna.
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