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Morire per la Polonia: il sacrificio di Francesco Nullo

Morire per la Polonia: il sacrificio di Francesco Nullo.

Di LUCA PALMARINI

La figura di Francesco Nullo è legata all’insurrezione polacca del 1863 ed è un grande esempio della solidarietà presente da secoli tra i due popoli. Nullo era un uomo nato per combattere, alla ricerca continua della libertà. Lo scrittore garibaldino Giuseppe Cesare Abba lo descrive così: “Chi lo vedeva per la prima volta, vestisse egli la sua divisa garibaldina o alla paesana, colui poteva immaginarsi che fosse venuto giù dagli scaloni di qualche castello per incamminarsi a qualche impresa grande. Non aveva l’aria d’uomo che vivesse delle inezie quotidiane piccine o grosse del mondo; la natura lo aveva impostato come i suoi prediletti; non era poeta, ma poeta pareva e fu nell’animo e nella azione.”.

Nato a Bergamo nel 1826 da un’agiata famiglia di tessitori, Nullo già all’età di ventidue anni iniziò a combattere, prendendo parte alle Cinque Giornate di Milano. Nello stesso mese partecipò alla fallimentare invasione del Trentino. Nel 1859 combattè ancora a fianco dei piemontesi a Varese, San Fermo e Rezzate. Sempre in quel periodo si unì a Garibaldi e alla sua Spedizione dei Mille. Il suo ruolo in questa azione storica fu molto importante, in quanto egli si occupò personalmente dell’arruolamento dei garibaldini nella sua città. Riuscì infatti a portare con sé quasi 170 bergamaschi. Grazie a ciò la bella Bergamo ottenne l’appellativo di “Città dei Mille”. La leggenda vuole che sia stato proprio lui a procurare ai volontari in partenza le famose camicie rosse, forse anche in virtù dall’attività svolta dalla famiglia. Fu proprio Francesco Nullo a piantare per primo il tricolore nella città di Palermo. In seguito, nonostante l’opposizione di casa Savoia, aderì all’azione di molti garibaldini di attaccare Roma, ma venne arrestato per poi essere liberato in seguito a un’aministia.

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