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Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi nella battaglia di Montecassino

Il piano prevedeva la costruzione di punti speciali di sorpasso, di punti per la riparazione, di rifugi per regolare il traffico della gendarmeria ed era stato previsto un allargamento generale della Cavendish Road in tutti i tratti possibili. Alla 6a compagnia di genieri (senza il 3° plotone) a cui si unirono il 1° plotone della 4a compagnia e il 1° plotone della 5a compagnia dei genieri della divisione fu affidato il 20 aprile 1944 il compito di effettuare queste operazioni. In totale, l’unità di genieri designata alla costruzione prima e al mantenimento di Cavendish Road poi era composta da 180 soldati al comando di Stanisław Maculewicz.

Le rovine dell’antico monastero Santa Maria dell’Albaneta. Foto: K. Piotrowski 12.09.2007

La già famosa Cavendish Road fu preparata gradualmente nel giro di qualche settimana, prima della fase successiva della battaglia, per rendere possibile il passaggio attraverso di essa delle compagnie d’assalto della 5a Brigata di fanteria di Vilnius, della 6a Brigata di fanteria di Leopoli e dei carri armati del 4° Reggimento corazzato che doveva sostenere con il fuoco l’assalto della fanteria di divisioni Kresowa e dei Carpazi dalla zona della Gola (Bottleneck, Gardziel) e dell’altipiano di Albaneta. Con la fine di aprile Cavendish Road aveva già cambiato il nome in Strada dei Genieri Polacchi per le vittime, il sacrificio e il contributo al lavoro dei soldati di questa formazione. La strada, come fino a quel momento, doveva sopperire a tutte le vie di comunicazione per il passaggio della forza viva (ciò comprendeva anche l’evacuazione dei feriti sugli appositi bantam raggruppati nella parte superiore dell’ingresso alla strada), degli animali da soma e per il passaggio di mezzi a motore pesanti e leggeri. Di fatto era previsto che per di lì passassero tutti i mezzi a disposizione del Corpo polacco.

Grazie all’opera dei genieri del tenente J. Zapaśnik fu tra le altre cose costruito un rifugio per il comando della 5a Brigata di fanteria di Vilnius che era sistemato nel Burrone A nelle strette vicinanze della Strada dei Genieri Polacchi. Inoltre, prima del primo attacco i genieri del maggiore Maculewicz aiutarono organizzare le postazioni di attesa dei battaglioni che dovevano andare all’assalto, il 13° Battaglione nel Burrone A, il 15° Battaglione nel Burrone B, il 18° Battaglione nel Burrone C (Jar C).

“Intanto i genieri scoprirono una mulattiera, la trasformarono in una stradina in cui potevano passare i bantam con le munizioni. La sistemarono nel giro di una notte – dovettero andarsene – arrivò il trasporto dei feriti – senza dire niente cominciarono a costruire qualcosa. Sotto gli occhi dei mortaisti sorgevano i rifugi. Arrivano i tempi  in cui uno sarà disposto a saltare nel fuoco per l’altro”. M. Wańkowicz, Bitwa o Monte Cassino, Roma 1945

Il Reggimento corazzato «Scorpione»

Per coloro che prestavano servizio sulla Strada dei Genieri Polacchi il compito più difficile era quello di garantire nuovamente il passaggio dei carri armati; per gli equipaggiamenti era invece quello di attraversare un sentiero eccezionalmente difficile nel buio e sotto gli spari. Il piano generale dell’attacco polacco presupponeva l’uso delle armi corazzate schierate per soccorrere la fanteria all’attacco nel massiccio montano lungo il sentiero già conosciuto. I carri armati non avrebbero dovuto attaccare da soli, come era stato fatto in precedenza, ma riparati e a sostegno della fanteria. Per la rimozione delle mine sul territorio fu chiamato in soccorso un altro gruppo di genieri che aveva il compito di iniziare dei lavori intensivi qualche ora prima dell’entrata pianificata dei carri armati sulla Gardziel  da cui era possibile dirigere il fuoco di ausilio su quota 593, Masseria Albaneta su quota 468, su quota 575 e Phantom Ridge.

Lo Sherman del 4° Reggimento corazzato «Skorpion» sulla curva del Burrone B, che sale lungo la Strada dei Genieri Polacchi. Foto dell’archivio dell’autore

Il compito di sostenere direttamente con il fuoco la fanteria della Divisione dei Carpazi e la Kresowa fu affidato al 4° Reggimento corazzato che faceva parte della 2a Brigata corazzata.

Il 26 aprile iniziò lo scambio degli equipaggiamenti corazzati canadesi nella regione di San Michele e nella parte opposta della valle del Rapido su Terra Rossa (nominata dai soldati polacchi Żbik – Gatto Selvatico) dove erano rimasti tre carri armati Sherman danneggiati durante l’operazione Revange. Questi carri armati furono per tutto il tempo un perfetto sistema di sicurezza per l’entrata nella parte superiore a Cavendish Road e dopo le dovute riparazioni effettuate dai soldati polacchi, furono uniti al seguito delle forze schierate su questo tratto. Il 28 aprile gli equipaggiamenti polacchi di scorta negli Sherman neozelandesi ottennero l’incarico di osservare il territorio e in caso di necessità di bloccare con il fuoco la prima gola che chiudeva l’altipiano Terra Rossa.

La catena montuosa incoronata da Monte Castellone (quota 771). Sotto, i Burroni A e B tagliati dalla Strada dei Genieri Polacchi. La vista dal colle Maiola. Foto: K. Piotrowski 12.02.2011

L’attacco dei carri armati del 4° Reggimento corazzato avrebbe dovuto essere condotto lungo l’unico sentiero, chiuso da sud e da nord dai ripidi burroni delle alture circostanti. Ci si aspettava che si intensificasse la resistenza del nemico che si era rafforzato nella regione dell’altipiano di Albaneta difeso dal fuoco proveniente da ogni direzione, ovvero dalle quote 593, 575, Sant’Angelo (601) e Phantom Ridge nonché anche dal fuoco dell’artiglieria e dei mortai. Questo luogo rappresentava per i paracadutisti tedeschi una comodissima posizione di difesa, al contrario, per chi doveva attaccare rappresentava un grandissimo ostacolo. Dopo le esperienze dell’attacco di marzo, fu prevista la presenza di numerosi campi minati e il riempimento della difesa con mezzi anticarro. In seguito a questi piani, per assolvere al compito nella cintura operativa dei carri armati, furono inviati i genieri per sminare i campi e liberare così il passaggio. Da entrambe le parti dell’altipiano che porta all’ingresso superiore della Strada dei Genieri Polacchi furono condotte all’attacco le compagnie d’assalto della fanteria che attaccarono in un primo momento Monte Calvario (quota 593) e Phantom Ridge. Contemporaneamente il 1° Battaglione fucilieri dei Carpazi avrebbe dovuto attaccare prima attraverso la Gola e poi sulle rovine di Masseria Albaneta. A sostenere con il fuoco la fanteria della Divisione dei Carpazi fu il 2° squadrone di carri armati del capitano W. Drelicharz, mentre il 3° squadrone di carri armati del capitano A. Dzięciołowski avrebbe dovuto aiutare con il fuoco i soldati della 5a Divisione di fanteria  all’attacco sul Phantom Ridge. Il 1° squadrone del 4° Reggimento corazzato fu assegnato come riserva su questo tratto.

La vista sugli altipiani Terra Rossa e Albaneta (in lontananza). Sulla sinistra Mała Miska (Little Bowl, Piccola Conca) e Głowa Węża (Testa di Serpente).La fotografia è stata scattata da Krzysztof Piotrowski dal deltaplano a motore il 15 agosto 2011.

Operazione Honker

L’11 maggio 1944 alle 23 i primi carri armati del 3° squadrone, all’inizio della valanga del fuoco dell’artiglieria, andarono dalla regione del Car Park in direzione della Strada dei Genieri Polacchi.

Allo stesso momento da sotto il San Michele furono condotti pronti all’azione i carri armati del 2°  squadrone di cui un plotone assicurò l’uscita dalla strada dell’Inferno a Portella, mentre il secondo plotone sostenne nella difesa il Reggimento lancieri dei Carpazi nella frazione di Caira, nel caso di un contrattacco tedesco dalla regione di Monte Cairo – Terelle.

Il 1° plotone di carri armati del 3° squadrone fu il primo ad attraversare Cavendish Road e raggiunse il punto di assalto nella zona dello Żbik intorno all’1.30. Durante tutto questo tempo su tutta la lunghezza della Strada dei Genieri Polacchi  c’era un grande movimento e uno dei carri armati del 2° squadrone per un’avaria al motore nei pressi della roccia chiamata dagli abitanti del luogo Dente, bloccò quest’unica arteria. In ultima istanza si decise di spingere lo Sherman del tenente Kornas nel burrone. L’equipaggio del carro armato riuscì a evacuare dal mezzo prima della catastrofe. Sullo Żbik, sopra l’entrata superiore della strada dei genieri fino alle 4.30 si riuscì a radunare 21 carri armati del 2° e del 3° squadrone sostenuti da tre compagnie di genieri che sminavano il campo già da molte ore. A dirigere il coordinamentodelle operazioni di collaborazione dei carri armati con i genieri  e la fanteria all’attacco fu il capitano Iwanowski (vicecomandante del 4° Reggimento corazzato). L’attacco a fuoco e il territorio montano fecero sì che la possibilità di attuare in maniera efficace gli ordini e le varie mansioni tramite il collegamento radio fu limitata.

Il carro armato Sherman, immobilizzato nella zona della prima gola su Terra Rossa. Foto: collezione privata dell’autore

Il plotone di sostegno ai carri armati, trovandosi nella prima linea di attacco e assegnato alla Divisione dei Carpazi, arrivò intorno alle 2 alla prima gola sotto il forte fuoco dell’artiglieria nemica, perdendo i mezzi a causa delle mine e fuoco d’artiglieria tedesca. Sotto questi colpi i genieri non riuscirono a continuare efficacemente il loro lavoro limitandosi a togliere le mine da sotto i carri armati. Nonostante il forte fuoco e l’eccezionale fervore della battaglia procedettero gradualmente e intorno alle 5 di mattina del 12 maggio quattro Sherman che si avviavano al comando della colonna con il carro armato del comandante del  4° plotone del 3° squadrone riuscirono ad arrivare alla Gola (Gardziel). Il primo era quello del sottotenente Białecki che con il cingolo destro passò sopra un fascio di mine collegate tra di loro causando una violenta esplosione e bloccando lo stretto passaggio immediatamente prima del dosso della Gola. Il relitto di questo carro armato di cui morì tutto l’equipaggio, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, fu convertito in un monumento dedicato al 4° Reggimento corazzato «Scorpione» e oggigiorno è conosciuto tra gli abitanti del territorio di Cassino con la denominazione di Carro.

Nonostante l’insuccesso dell’attacco della fanteria e l’impossibilità di rompere la difesa tedesca durante il primo attacco, fu presa la decisione di prendere le posizioni di difesa dei carri armati nelle porzioni di territorio conquistate fino all’attacco sccessivo.

Il 13 maggio l’accortezza degli equipaggi dei carri armati e il loro fuoco respinse le pattuglie tedesche che provarono ad avvicinarsi di nascosto agli Sherman non lontano dalla Gola per distruggerli. Malgrado il continuo fuoco dell’artiglieria e dei mortai, i carri armati attaccarono tutti i bunker di pietra scoperti sui versanti di quota 593 e di Widmo, mentre i genieri continuavano a sminare il territorio. Un’ulteriore conferma del rafforzamento della difesa anticarro da parte della fanteria paracadutista sul territorio minacciato fu l’impiego sulla strettoria della Gardziel di ofenrohr e un continuo rifornimento di mine sul territorio di Masseria Albaneta.

Il raggruppamento avanzato di carri armati nel massiccio di Cassino prima del secondo attacco polacco pianificato il 17 maggio fu sostenuto da altri macchinari trasportati attraverso la Strada dei Genieri Polacchi, tra il cui ingresso superiore e la Gola. Quel giono si radunarono 28 Sherman, 3 Stuart, 4 cannoni controcarri SP e un ponte a forbice creato sul carro armato Valentine che vista la sua inutilità sul territorio fu usato come punto sanitario per il raduno dei feriti.

Il capellano (primo sulla sinistra) del 4° Reggimento corazzato «Skorpion», Adam Studziński,vicino al rifugio del comando della 5a Brigata di fanteria di Vilnius. Foto dell’archivio dell’autore

Per tutto quel tempo la Strada dei Genieri Polacchi  fu attraversata dai reparti di fanteria della Divisione Kresowa diretta tramite i Burroni A, B e  all’assalto attraverso Phantom Ridge su quota 575 e 601. Su questa strada ci fu, inoltre, un continuo traffico e trasporto di bantam adattati ai soldati feriti radunati nella regione dello Żbik nei punti sanitari avanzati. Sempre su questa strada c’era un continuo flusso di materiali neccessari alla battaglia e di viveri. Tutto questo movimento complicato di masse di soldati, di mezzi e materiali su questa stradina di montagna a senso unico era gestito da punti speciali di regolazione del traffico e da punti di riparazione situati nei nascondigli su tutta la lunghezza di quest’arteria. La conduzione della battaglia in prima linea da parte della 5a Divisione di Fanteria Kresowa e del 4° Reggimento corazzato è senza dubbio dipesa dalla capacità di mantenere il flusso dell’esercito e dei materiali necessari attraverso la Strada dei Genieri Polacchi. Si è trattato di un grande sforzo comune di tutti i reparti che hanno preso parte alla battaglia. Proprio sotto la famosa strada furono sistemate le postazioni dei mortai pesanti, le scorte di munizioni e viveri per accorciare il tempo di esposizione al fuoco nemico e il rifornimento di materiali.

I membri dell’Associazione Pancerny Skorpion (Scorpione Corazzato) di Opole sulla Strada dei Genieri Polacchi davanti al Burrone B. Foto: K. Piotrowski, 16.05.11

Il 17 maggio in un attacco audace, evitando la Gola che era ancora disseminata di mine, qualche carro armato del 3° squadrone vagando tra i massi del ripido pendio meridionale del Phantom Ridge (con una pendenza che arrivava fino a 45°), irruppe sul dorso di questo colle tra i bunker tedeschi distruggendone molti con colpi diretti e catturando molti prigionieri. In quello stesso lasso di tempo i carri armati del 2° squadrone che sostenevano l’attacco della fanteria, continuavano a sparare sulle postazioni tedesche scoperte su quota 593 e nella regione di Masseria Albaneta.

La mattina del 18 maggio i carri armati del 1° e del 2° squadrone arrivarono sull’altipiano di Albaneta e ne presero il controllo. Da qui continuarono a fare fuoco su quota 575 contro le altre postazioni nemiche. I carri armati del 3° squadrone salirono di nuovo sul versante meridionale del Phantom Ridge mettendo in sicurezza il terreno conquistato e coprendo la fanteria della Divisione Kresowa che combatteva duramente su colle Sant’Angelo.

Il 19 maggio dopo la conquista del colle soprannominato Angelo della Morte, ai carri armati del 3° squadrone arrivò l’ordine, in caso di necessità, di andare per la stradina ai piedi del versante occidentale di Widmo in direzione del Farma per sostenere l’attacco della fanteria nella frazione di Villa Santa Lucia. La ricognizione sul territorio da parte delle pattuglie fece sì che questo piano coraggioso fosse respinto a causa dell’impossibilità di usare per il trasporto questa stradina di montagna nei versanti occidentali di quota 706.

Il 20 maggio dopo che i carri armati del 4° Reggimento corazzato effettuarono tutte le operazioni previste sul massiccio di Monte Cassino – Monte Cairo, furono inviati nuovamente attraverso la Strada dei Genieri Polacchi nella regione di San Michele dove si trovava la loro base. Durante l’operazione Honker il reggimento perse 12 carri armati Sherman (tra questi due buttati giù dalla strada dei genieri e uno nella catastrofe sul Phantom Ridge), uno Stuart e una Scout car. La battaglia stava per finire da questa parte della linea Gustav.

Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi che fu costruita per le esigenze della III e della IV battaglia di Montecassino, assolse a tutti i compiti previsti tra cui il più difficile era sicuramente l’allargamento della mulattiera per il passaggio dei carri armati e delle altre attrezzature pesanti. Indubbiamente questo avvenne grazie al merito e al sacrificio dei genieri che adempirono ai loro obblighi durante tutta la durata della battaglia sotto il forte fuoco dell’artiglieria e dei mortai nemici. La conformazione del terreno, e perciò soltanto una stretta cintura di assalto possibile per le armi corazzate, limitò l’allargamento della formazione dei carri armati e lo sfruttamento per intero del suo potenziale. Infatti, solo i carri armati che si trovavano in prima linea potevano fare fuoco diretto sui bersagli identificati, ma dopo aver consumato tutte le munizioni erano sostituiti dagli altri dello schieramento. La presenza dei carri armati in prima linea rappresentava un importante sostegno militare e proteggeva la fanteria dando anche un forte impatto psicologico all’equipaggio della linea di difesa tedesca. Esempio di questo fu che equipaggiamenti dei bunker nemici sul Widmo si arresero e molti colpi diretti caddero sui focolai nemici scoperti sull’altipiano di Albaneta.
I compiti assegnati a coloro che combatterono durante l’attacco di marzo sul colle dell’abbazia di Montecassino erano diversi da quelli assegnati agli equipaggi dei carri armati polacchi che entravano in battaglia due mesi dopo, ma la cosa più importante fu che su un territorio di montagna particolarmente difficile fu possibile effettuare l’attacco dei carri armati.

Il monumento al 4° Reggimento corazzato «Skorpion» nella Gola. Foto: K. Piotrowski 1.11.2006

“Una fiamma improvvisa scoppia sotto il carro armato. Un rimbombo. Dalla torretta schizza un missile umano in fiamme, un uomo infuocato corre nella notte. Dietro di lui dalla torretta, lentamente e faticosamente esce un altro uomo-torcia, si rannicchia a qualche passo sotto la scarpata, si rotola, si spegne, tutto intorno diventa buio, dal carro armato non esce più nessuno…” M. Wańkowicz, Bitwa o Monte Cassino, Roma  1945

 Questa fu una sorpresa per la linea di difesa tedesca che si trovava sul massiccio di Cassino, nonostante riuscisse a vedere continuamente ciò che accadeva su Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi da Monte Cifalco e sapeva perfettamente che importanza aveva questa stradina, visto che controllò questo territorio quasi fino alla fine di gennaio 1944.

Subito dopo la fine della battaglia, su questa strada che già all’epoca era famosa, passarono i corpi dei caduti della Divisione Kresowa e della 2a Brigata corazzata condotti al cimitero provvisorio di Acquafondata. Furono trasportati anche cumuli di attrezzature distrutte e di armi raccolte su tutto il campo di battaglia. In questo flusso passarono diretti verso la cima anche i genieri che già il 20 maggio del 1944 partirono per mettere su quota 575 una croce – il monumento alla 5a Divisione di Fanteria Kresowa. Fu eretta poco meno di due settimane dopo grazie all’impegno e al duro lavoro dei genieri della 4a e della 5a compagnia al comando del tenente Kulikowski. Nel 1945 salivano su questa strada anche gli abitanti italiani di Monacato e Caira impiegati percostruire il cimitero militare polacco a Montecassino. La Strada dei Genieri Polacchi anche dalla parte dell’abbazia fu nuovamente percorsa nel maggio del 1946 dai soldati del 4°   Reggimento corazzato che presero parte all’inaugurazione solenne del monumento a loro dedicato sulla Gardziel costituito dalla carcassa del carro armato del sottotenente Białecki. Altre due carcasse di carri armati polacchi buttati giù dalla strada durante la battaglia rimasero sul fondo del burrone, qualche centinaio di metri sotto il Dente, fino agli anni Sessanta, quando furono tagliate a pezzi e portate fuori dal burrone da un’unità di genieri italiani provenienti da Roma. Questo è stato l’ultimo avvenimento della battaglia legato ai corazzati Skorpion che scendevano dalla Strada dei Genieri Polacchi.

Da quel momento sono trascorsi diversi decenni. La strada dei genieri è sempre più ricoperta da una massa di sassi e piante. Si sono formate, inoltre, molte buche e frane. L’ingresso superiore all’altezza dello Żbik è stato per anni ostacolato da un folto muro di alberi e arbusti che chiudevano l’ingresso alla Gola. Su questa strada non risuona più il frastuono della battaglia. Domina un profondo silenzio.

Il ricordo di questo luogo e di ciò che qui accadde rimane invece in noi per sempre. Lasciamo quest’eredità a chi verrà dopo di noi. Siamo incoraggiati a farlo dalla grande opera dei genieri e dei corazzati che in quel periodo combatterono su questo territorio.

Krzysztof Piotrowski © Tutti i diritti riservati

Titolo originale: Cavendish Road – Droga Polskich Saperów w bitwie o Monte Cassino

Traduzione: Ilaria Banchig e Adrian Mroczek

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