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La leggenda delle due torri della chiesa di Maria a Cracovia

La leggenda delle due torri della chiesa di Maria a Cracovia. 

 

Di LUCA PALMARINI

La basilica della Santissima Maria Vergine è famosa in tutto il mondo per la tardo-gotica pala d’altare lignea, opera del maestro Weit Stoss di Norimberga. Il visitatore, trovandocisi di fronte, si pone spesso la domanda perchè le due torri siano differenti tra loro, soprattutto in altezza. Bisogna sapere che l’edificio non fu opera di un unico architetto: gli autori furono in realtà ben tre! Un maestro proveniente dalla Moravia si era occupato della realizzazione dei muri perimetrali e delle volte della navata centrale. Altri due costruttori si occuparono della realizzazione delle torri che ancora oggi costituiscono la maggior parte della facciata.

Foto: Luca Palmarini

Qui la realtà si mescola alla leggenda. Secondo le antiche cronache si trattava di due fratelli; il più anziano dei due portò a termine per primo la torre che ancora oggi è la più alta. Realizzò una torre sinuosa nella forma e la decorò con uno splendido elmo gotico. La torre si componeva alla navata in una delicata armonia e rendeva la chiesa ancora più bella e maestosa. Il costruttore era soddisfatto del suo lavoro e non nascondeva l’orgoglio per aver realizzato un’opera così bella; tutti lo ammiravano per il gioiello di cui Cracovia grazie a lui poteva fregiarsi. La sua fama continuava a crescere, al punto che venne chiamato in Ungheria per sovraintendere alla costruzione di un palazzo. Nel frattempo l’altro fratello sembrava avere molte difficoltà nella realizzazione della torre di destra; forse il terreno in quel punto non si prestava alla costruzione di tale edificio, forse le fondamenta erano instabili. Successivamente i lavori ripresero a ritmo più sostenuto e il pericolo sembrò rientrare. Nel frattempo il fratello più anziano era già ritornato dal suo viaggio di lavoro. Gli bastò un attimo per capire che il lavoro del fratello minore era stato realizzato in modo accurato e che le sue fondamenta, ben solide, avrebbero potuto sorreggere una torre ben più alta della sua . Il fratello maggiore, all’idea di essere superato cadde in depressione, decise persino di non far ritorno in Ungheria, dove lo aspettavano altri lavori. Nemmeno l’arrivo di emissari mandati dal principe ungherese con l’intento di convincerlo a tornare riuscirono a fargli cambiare idea. L’architetto più anziano passava le sue giornate in un’osteria della Piazza del Mercato, non facendo altro che bere. Beveva una caraffa di vino, poi si avvicinava alla finestra a guardare i lavori del fratello. Successivamente tornava al tavolo e dava fondo alla caraffa successiva. In una di queste giornate, mentre beveva senza sosta, gli si presentò il diavolo che gli suggerì di non lasciare impunito il fratello.

Foto: Luca Palmarini

Proprio il giorno successivo all’osteria si presentò l’architetto più giovane e i due ebbero un diverbio. Il fratello minore accusò quello maggiore di non averlo aiutato nel momento del bisogno, mentre l’altro gli rimproverò di non aver rispettato le decisioni prese in comune e gli diede del traditore. Il giovane iniziò a urlare: ― La tua torre che ora la più alta tra poco verrà superata e sarà declassata a essere la seconda! La seconda, capisci? Mentre la prima sarà la mia! E questo resterà per secoli! – Il fratello più anziano venne accecato dall’ira e, non si sa come, forse proprio per l’intervento del diavolo, si ritrovò tra le mani un coltello. Il fratello cadde in una pozza di sangue e non si rialzò mai più. L’assassino, resosi conto di ciò che aveva fatto, uscì di corsa dall’osteria e corse verso la torre con l’intenzione di salirvi in cima e di gettarsi dal piano più alto. Qui la leggenda si stratifica. C’è chi racconta che egli si uccise gettandosi dalla torre, chi invece afferma (si tratta della versione più popolare) che egli non riuscì nel suo intento e che le guardie lo fermarono e lo arrestarono.

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