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PRO POLONIA – Aleksander Kołtoński sulla rivista “Emporium” (ANNO 1915)

Appartenendo una volta alla Repubblica Polacca ed oggi spartito fra la Russia, l’Austria e la Prussia, il territorio etnografico, occupato attualmente in massa compatta dalla nazione polacca, comprende nella prima: il cosi detto Regno di Congresso o Ducato di Varsavia con 9.000.000 e tre distretti della provincia Grodno (Bialostok, Bielsk e Sokol) con 100.000 Polacchi; nella seconda: la Galizia Occidentale (tre quarti della Galizia intiera) con 2.300.000 e la Galizia Orientale con 1.500.000 Polacchi, essendo però in quest’ultima misti colla popolazione rutena e non rappresentando qui la maggioranza che nella città di Leopoli e in due distretti di Brzozow e di Jaroslaw, e poi la Slesia Austriaca (il Principato di Teschen), dove ferve una lotta accanita fra gli indigeni da una parte e Czechi e Tedeschi dall’altra, con 230.000 Polacchi (61 % della popolazione); nella terza: la Slesia Polacca ed i vecchi Ducati di Ratibor e d’Opole con 1.300.000 Polacchi, quasi esclusivamente contadini ed operai, essendosi qui la nobiltà polacca completamente germanizzata e quasi sparita e trovandosi il capitale, l’industria ed il commercio nelle mani dei Tedeschi; al nord della Slesia il Granducato di Posen, chiamato oggi dai suoi oppressori semplicemente la provincia di Posen, con 1.300.000, e più al nord ancora le due Prussie, nelle quali la popolazione polacca e mescolata fortemente colla tedesca: la Prussia Occidentale (l’antica Prussia Reale della Polonia) con 600.000 e la Masovia Prussiana (la vecchia Prussia Ducale e la Varmia), la cosidetta Svizzera polacca, una delle parti più pittoresche della Polonia, con 280.000 Polacchi, i cosiddetti Mazuri, una parte dei quali, passata nel secolo XVI al protestantismo, si è completamente germanizzata ed adopera persino l’alfabeto gotico. Una volta il territorio etnografico della Polonia si stendeva molto più all’ovest e al nord, comprendendo l’intiera Slesia e la Pomerania; in seguito però ad una spietata azione denazionalizzante del governo di Berlino, queste provincie debbono oggi esser considerate per la causa polacca come completamente perdute.

APOLLONIO KENDZIERSKI: LE RIVE DEL NAREV (POLONIA)

Forti nuclei di Polacchi si trovano oltracciò fuori di quel territorio etnografico. Così nella storica Lituania (attualmente governatorati russi di Kowno, di Vilno, di Minsk, di Grodno, di Mohilef e di Vitebsk) ne vive 1.000.000; nella Piccola Russia, la cosidetta Ucraina (attualmente governatorati russi di Volinia, do Podolia e di Kief) – 800.000; per emigrazione: nella Russia, nella Siberia, nella Germania e negli altri Stati d’Europa – 500.000 Polacchi. La maggior parte dell’emigrazione polacca è indirizzata però negli Stati Uniti e nel Canadà, dove essa raggiunge attualmente la bella cifra di 4.000.000 d’individui. Nel Brasile, nei due Stati di Paranà e di Rio Grande, si contano circa 200.000 Polacchi.

TIPI DI CONTADINE POLACCHE

Se il diritto di una nazione alla libertà dovesse, oltre che dalle sue tradizioni storiche e dalle sue aspirazioni nazionali, esser condizionato anche dalla sua entità numerica, la Polonia, occupando con onore il settimo posto fra i popoli d’Europa, lo dovrebbe possedere indiscutibilmente. Ma anche se questo diritto le fosse negato, essa, trovandosi sempre in prima fila nella vita e nelle lotte internazionali, l’avrebbe già riconquistato, seppur oppressa, oggi stesso col sangue di quel mezzo milione di figli già perduti tra morti, feriti e prigionieri in nome del dovere sui campi delle battaglie, che da mesi svolgonsi senza tregua dalle rive del Niemen alle vette dei Carpazi, colla sua terra calpestata, colle migliaia di borgate e villaggi distrutti e annientati e colla fame e miseria completa di milioni dei suoi innocenti. Parrebbe veramente impossibile, se da questa impareggiabile tragedia umana e da questo immenso mare di lacrime e di dolore non nascesse almeno un raggio di giustizia – la Polonia redenta.

ALESSANDRO KOLTONSKI

 

 

 

 

Mięśniaki w macicy trzeba często kontrolować

Ardea: Koncert „Italia –Polonia. Musica, Storia e Memoria.”